domenica 4 ottobre 2009

FUGGIRE VIA


A volte la donna con la borsa ed il cellulare ha voglia di fuggire. Vorrebbe dilatare il tempo ed incastrarci dentro delle impercettibili assenze. Casuali bolle d’aria, dove scivolare con disinvoltura. Fuori un cartello: torno subito.
Le accade da sempre, da quel pomeriggio in cortile in cui faceva rimbalzare la palla rossa in un cono d’ombra, tra due muri. Una vestaglietta a fiori ed un paio di zoccoli numero 29. Numero 29 lo ricorda bene, perché con Antonella gli zoccoli ogni tanto se li scambiavano. Non rammenta però l’età. Ma forse non ha importanza, poiché qui si parla di un desiderio senza età. Una smania rapace che eternamente dura e che non sa obliare.
Però non si può fuggire così, senza dire nulla. Le hanno insegnato a salutare, a giustificare, a spiegare. E questa cosa qui, anche volendo, non la saprebbe proprio spiegare.
La bambina con la vestaglietta a fiori fuggiva davvero, in un sottoscala a contare i sassolini nelle tasche. La donna con la borsa ed il cellulare, con le chiavi e l’agendina, prigioniera davanti alla macchinetta del caffè, invece no. Fruga fra le monete. Ma non fugge. E la collega coi capelli corti ed il rossetto fucsia la punta. Dietro c’è il muro, lo sa, e allora la cinge. La notte non dorme e ha un figlio solo. E parla, parla, parla senza ascoltare mai.
La donna con la borsa e il cellulare non fugge e inizia a fissare il contenitore, pregando si rovesci per un urto repentino e l’acqua prenda a scorrere sul piastrellato. Così come le pare. Incanalandosi tra le fessure, in centinaia di linee spezzate, in migliaia di vie di fuga. E la collega con il rossetto fucsia parla, parla e non si accorge che intanto la donna con la borsa e il cellulare tra le dita piega una barchetta di carta e che i suoi tacchi 12 stanno per essere travolti da un rigagnolo…

1 commento:

  1. Ma la donna con la borsa e il cellulare ce l'ha il coraggio di fuggire davvero: scrivendo torno subito sapendo che è una delle prime promesse che non manterrà?

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