martedì 26 gennaio 2010

COME UNA RANA D'INVERNO

Ora sono seduta sulla sponda di un canale silenzioso,
le gambe penzolanti dal muro di pietra,
e mi chiedo
se il mio cuore non diventerà così sfinito e consunto
da non poter più volare liberamente
come un uccello.
(Etty Hillesum)

lunedì 25 gennaio 2010

GENNAIO

Quando all’alba il raggio del sole
illumina la terra
e l’erba scintilla di perle dorate,
quando l’aurora scompare
e i merli fischiano tra le siepi,
allora capisco come è bello vivere.

Prova, amico, ad aprire il tuo cuore alla bellezza
quando cammini tra la natura
per intrecciare ghirlande coi tuoi ricordi:
anche se le lacrime ti cadono lungo la strada,
vedrai che è bello vivere.
(1941 - uno dei bambini di Terezin)
http://www.youtube.com/watch?v=7cTMoyY4zRA

"Quando l'impossibile è stato reso possibile, è diventato il male assoluto, impunibile e imperdonabile, che non poteva più essere compreso e spiegato coi malvagi motivi dell'interesse egoistico, dell'avidità, dell'invidia, del risentimento; e che quindi la collera non poteva vendicare, la carità sopportare, l'amicizia perdonare, la legge punire".

(Hannah Arendt)

mercoledì 20 gennaio 2010

IO CHE NON TROVO

Mare in tempesta ed ho trovato uno scoglio.
Come non lo so.
Mi aggrappo e per oggi va bene.
Non mi chiedo domani, non ho tempo.
Mi domando, invece, come ho fatto a trovare questo scoglio.
Io che non trovo mai niente, neppure le chiavi di casa.
Io che non trovo, ho annaspato per giorni in quest'acqua assassina.
Ci ho spezzato le unghie su questo scoglio.
L'ho tutto graffiato e ci ho strofinato sopra brandelli di pelle.
Ora è mio. Fra le braccia e le gambe, come un amante.
Freddo come terrore.
Estraneo come sei tu, che mi guardi da riva.
La curva della mia testa segna una pausa all'orizzonte.
Ma tu ti volti, prima.
Molto prima di fare la curva cogli occhi.

martedì 19 gennaio 2010

UN APPUNTO

La vita – è il solo modo
per coprirsi di foglie,
prendere fiato sulla sabbia,
sollevarsi sulle ali;
essere un cane,
o carezzarlo sul suo pelo caldo;
distinguere il dolore
da tutto ciò che dolore non è;
stare dentro gli eventi,
dileguarsi nelle vedute,
cercare il più piccolo errore.
Un’occasione eccezionale
per ricordare per un attimo
di che si è parlato
a luce spenta;
e almeno per una volta
inciampare in una pietra,
bagnarsi in qualche pioggia,
perdere le chiavi tra l’erba;
e seguire con gli occhi una scintilla
nel vento;
e persistere nel non sapere
qualcosa d’importante.
(Wislawa Szymborska)

giovedì 14 gennaio 2010

SOTTO LA PIOGGIA


Alla stazione, venuta chissà da dove.
Mi aspetti in macchina, col parabrezza mitragliato da questa pioggia che non finisce mai.
La macchina è piccola ed ha i vetri appannati come un'osteria. Fa freddo fuori e dentro la macchina forse ci trovo un bicchiere di rosso. Che io non bevo mai, ma a volte sì.

Siamo piene di pioggia. Ho pure gli occhi pieni di pioggia, o forse è pianto. Non lo so più. Che io non piango mai, ma a volte...
Mi raccogli come uno straccio e mi vuoi portare a casa tua. Metti in moto e la macchina ti sta piccola e non ti s'intona. Non mi ricordo più come si ride, ma tu insisti col tuo rosso e vuoi brindare.
Brindiamo alla pioggia, alla tua macchina appannata come un'osteria, al freddo che fa fuori e a tutte le volte che avremmo dovuto dire no.
Bastava scuotere il capo.
Facile.

domenica 10 gennaio 2010

SCEGLI ORA

Inchiodi il piede sul freno e nemmeno guardi il retrovisore, accosti per gli occhi del cane e apri lo sportello. Gli dici: sali.
Alla fermata dell'autobus ti passa accanto e ti sfiora. Le narici sprofondano in un odore che non vuoi più dimenticare. Così ti volti e vai per un'altra strada, con lei all'orizzonte.
Rispondi sì alla voce al telefono prima di riattaccare.
Sterzi a destra e lo capisci solo dopo, perché le mani vanno da sole sul volante.
Cambi la stazione alla radio, che quella canzone non la vuoi sentire.
Scrivi quel maledetto biglietto, anzi no. Alla fine lo stracci.
Ti lasci consigliare e poi scegli il contrario di quello che avevi pensato.
Chiudi gli occhi e premi il grilletto.
E' sufficiente una dannatissima frazione di secondo per cambiare tutta una vita.

mercoledì 6 gennaio 2010

STRINGI DI PIU'

La ragazza con il viso di porcellana ed i capelli color rame era bellissima anche da bambina e sapeva guardare negli occhi.
Guardava facile perché i suoi di occhi di muschio erano sempre i più belli.
La ragazza, un'estate, scendeva le scale e piegava le gambe in un vestitino leggero e corto a fiori stampati. Tempo sospeso per chi la guardava.
La ragazza sorrideva con le labbra come ciliegie. Ma sorrideva solo fuori. Solo fuori.
La ragazza è un dipinto incompiuto e qualcosa le manca.
Quel qualcosa fa male e conta più del viso, degli occhi, delle labbra. E' un qualcosa che vede solo lei.
La immagino. China sui libri a cercare qualcosa.
La bambina che era, la donna che è.
La immagino.
Tutti i giorni.
Perché ho nostalgia di quel sorriso.