mercoledì 20 gennaio 2010

IO CHE NON TROVO

Mare in tempesta ed ho trovato uno scoglio.
Come non lo so.
Mi aggrappo e per oggi va bene.
Non mi chiedo domani, non ho tempo.
Mi domando, invece, come ho fatto a trovare questo scoglio.
Io che non trovo mai niente, neppure le chiavi di casa.
Io che non trovo, ho annaspato per giorni in quest'acqua assassina.
Ci ho spezzato le unghie su questo scoglio.
L'ho tutto graffiato e ci ho strofinato sopra brandelli di pelle.
Ora è mio. Fra le braccia e le gambe, come un amante.
Freddo come terrore.
Estraneo come sei tu, che mi guardi da riva.
La curva della mia testa segna una pausa all'orizzonte.
Ma tu ti volti, prima.
Molto prima di fare la curva cogli occhi.

8 commenti:

  1. Mel...le tue parole sono bellissime, così belle che a volte non so come commentare...
    mi limito a leggere, penso tra me cosa ti spinge a scrivere così bene,
    lascio vagare la mente e godo della musica che ci metti per contorno...
    A quel concerto a Milano posso dire orgogliosamente di esserci stata!, fu il mio regalo di compleanno del 2003, esattamente un giorno dopo ero nella bolgia del Forum di Assago ad ascoltare la sua musica. Mio marito sa come coccolarmi quando vuole! Conosce perfettamente i miei gusti musicali, che magari non sono proprio uguali ai suoi, e spesso mi fa di queste sorprese...è il mio scoglio da tanto di quel tempo...ma di quelli belli levigati che non graffiano...

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  2. Jo questo tuo commento è bello quanto al post di Mel, l'ultima frase è carinissima!
    Molto commuovente la metafora Mel ed è vero che è difficile commentare quando le parole scelte da te sono cosi' stupende. L'incommunicabilità e la solitudine sono dei leitmotiv di tanti poeti. Come mai voi che siete dei giocoglieri della lingua sentite tutti la mancanza di qualcosa? Domanda scema, lo so
    --
    E ci vizi noi le fan di Peter Gabriel :)

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  3. Jo-jo come mi sarebbe piaciuto esserci a quel concerto! Adoro Peter Gabriel anch'io.
    Le parole che scrivo sono qui per offrire un giro di danza (mentale) a chi le legge. Sono mie, ma anche vostre. Almeno spero.
    Cik, la vita è una misura che non si colma mai... Di qui la mancanza. La condizione di precarietà di ciascuno di noi da sola basta ad alimentare il desiderio di avere "altro" ancora...
    Per l'incomunicabilità ho cercato invano una poesia che ricordo a fatica. Una metafora in cui gli uomini parlano, ma è come se ciascuno di essi sentisse l'altro attraverso il suo battere del pugno sul muro divisorio... Si comunica come prigionieri in celle diverse. Se la trovo la incornicio! ;-D

    Per

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  4. E se la ritrovi, ce la linki per piacere? ;)
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    Si, i tuoi post fanno riflettere su delle cose carine, ti ringrazio di quello... E merito i tuoi testi, rifletto anche su me stessa. Quando parli di quella solitudine e dell'incomunicabilità, non riesco invece a trovare traccia di quelli sentimenti in me. Appunto perché non sono capace di giocare come lo fate voi con le parole, non ho mai provato fino ad ora quel vuoto, che sia sola o accompagnata. Non desidero altro di cio' che ho o che vivo, mi sento viziata eppure senza aver nulla. E dalla mia depressione che mi sento bene con me stessa.
    La sola cosa di cui ho paura è che succede qualcosa a qualcuno di importante nel mio cuore, questo farebbe crollare la mia serenità (l'ho vissuto in passato e l'idea mi fa tremare ormai).

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  5. C'è sempre uno scoglio in mezzo al mare, io lo so.
    Sugli scogli però è difficile costruirci una casa e...certe volte, bisogna trovare la forza per scaccarsi e nuotare fino a riva.
    Adesso ho paura ma nuoto, disperatamente, nuoto.
    scusate il mio umore oggi non è dei migliori.
    un abbraccio a tutte voi.

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  6. Denni, abbiamo sempre nella mente una casa. La "casa" è il vero sogno della nostra vita, il luogo d'approdo, il posto dove saremo riconosciuti. E' difficile costruire una casa su uno scoglio. E' difficile in qualsiasi luogo. Siamo chiamati tutti a prove che appaiono insormontabili. Qualcuno dice che la vera vita sta nel viaggio e non nel posto che dobbiamo raggiungere.
    Precarietà è la parola d'ordine di questo gioco e non possiamo esimerci. Penso, però, che valga sempre la pena di nuotare, pur se disperatamente.
    La settimana si chiude e mi auguro che la prossima sarà migliore per te.
    Spero non sia nulla di grave. :-*
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    Se la solitudine non trova spazio nel tuo cuore, evidentemente è "imbottito", "farcito" di belle emozioni. ;-D
    Quando mi riferisco alla solitudine la mia visione non è sempre negativa. La solitudine è per me, a piccole dosi, un esercizio necessario. Uno spazio dove scivolare. Ne abbiamo già parlato di là, qualche volta...
    Quanto all'incomunicabilità... Be', secondo me a quella non scampa nessuno. Siamo tutti "posseduti" da questo gene maligno!

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  7. Vedi Mel, non avevo capito e a volte non capire fa parte dell'incomunicabilità :) Comunque quest'incomunicabilità qua esplode merito le tue spiegazioni carine e didattiche (che pazienza che hai con me per spiegare! :).
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    La solitudine in quel senso positivo e a dosa omeopatica, certo ne ho un gran bisogno anche io :) Fa parte del nostro equilibrio.
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    Denni, hai visto il delfino accanto a noi mentre nuotiamo? E' li' per farci arrivare con tanta serenità sulla riva. Se Minna mi legge penserà che ho ancora fumato qualcosa di illicite ehehehe no ragazze, ho solo voglia di farvi sorridere...
    Vi abbraccio
    Buon weekend!

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  8. grazie Mel ♥


    Si ckki...lo vedo il delfino. ♥

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