domenica 10 gennaio 2010

SCEGLI ORA

Inchiodi il piede sul freno e nemmeno guardi il retrovisore, accosti per gli occhi del cane e apri lo sportello. Gli dici: sali.
Alla fermata dell'autobus ti passa accanto e ti sfiora. Le narici sprofondano in un odore che non vuoi più dimenticare. Così ti volti e vai per un'altra strada, con lei all'orizzonte.
Rispondi sì alla voce al telefono prima di riattaccare.
Sterzi a destra e lo capisci solo dopo, perché le mani vanno da sole sul volante.
Cambi la stazione alla radio, che quella canzone non la vuoi sentire.
Scrivi quel maledetto biglietto, anzi no. Alla fine lo stracci.
Ti lasci consigliare e poi scegli il contrario di quello che avevi pensato.
Chiudi gli occhi e premi il grilletto.
E' sufficiente una dannatissima frazione di secondo per cambiare tutta una vita.

13 commenti:

  1. C-O-L-P-I-T-A ;)
    E' sorprendente sai quella pistola girata verso di noi quando si apre il tuo blog... forse perché ci avevi "condizionati" alla dolcezza con le immagini precedenti ;)
    L'effetto quando si apre la pagina è stupefacente!
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    La canzone linkata mi ha fatto pensare a una cosa vissuta in passato.
    Sono stata confrontata a un grande dilemma, di fronte a una situazione che mi distruggeva (mentre pensavo che era quella la felicità, che scema), ho finalmente avuto i cog..... per fare la scelta di scappare della "ragnatela" e di chiudere la porta definitivamente. Avevo paura di soffrire prendendo quella decisione, amavo molto quella persona, eppure la mia scelta mi ha cambiato la vita in molto bene. Ho sorriso di nuovo alla vita e mi sento molto felice, molto leggera.
    Ero "prigioniere" psicologicamente del suo modo di fare. Avevo paura di soffrire chiudendogli definitivamente la porta (quel tipo di persona mette sempre il piede in basso della porta usando dolcezza per sempre tornare, provavo da anni a girare pagina, ma tornava sempre, sono persone che si divertono a giocare con i sentimenti degli altri per rassicurare il loro ego), invece soffrivo da anni perché non avevo il coraggio di prendere quella decisione da tanto tempo.
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    Sono OT di sicuro. Perdonami se ho ancora frainteso il senso del tuo post

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  2. Carina, eh? La foto l'ho trovata per caso... Però mi ha fatto subito venire in mente il pressing che ci fanno certe scelte. E poi quanto errori compiuti in una frazione di secondo ci possono condizionare la vita.
    La storia con quest'uomo, molto affascinante a quanto leggo, deve averti fatto soffrire molto. L'importante è che tu ne sia fuori e che la tua vita sia ora ricominciata. Rifiorita.
    Lui ha lasciato una zampata sul cuore. Si sente. E' il suo ricordo.
    La canzone l'ho linkata soprattutto per il video che mi fa morire dalle risate. ;-D

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  3. Si il Tarzan italiano ha fatto tanto ridere pure me e la fine esalirante del video mi ha fatto pensare appunto a me e alla mia leggerezza poi.
    No affascinante no quando ci ripenso, non è la parola giusta, era solo un Casanovaccio e io dovevo essere molto disperata per ingoiare tutti i suoi rospi.
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    Comunque io le scelte in generale, non le faccio in una frazione di secondo, magari potessi, penso che su un colpo di testa è molto coraggioso farlo e io non ho quel coraggio purtroppo.

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  4. E' vero alcune scelte sono frutto di un lungo travaglio. Altre però sono quasi istintive. Un piccolo gesto, un movimento, uno sguardo che poi - sorprendendo anche noi stessi - diventano il primo di una serie di eventi concatenati. Pensa ad esempio al gesto banale di un'infermiera che, con grande disinvoltura, recide il cordone ombelicale di un neonato. Chissà quanti colpi di cesoie avrà dato prima di quello... Eppure in quell'attimo si diventa "soli" e lo saremo per sempre. Individui separati dagli altri.
    Una frazione di secondo, un clic irreversibile.
    Mi viene anche da pensare a quei figli nati ma che nessuno voleva. Generati in un attimo, in meno di niente e poi venuti al mondo per cambiare le vite di molte persone...
    Tra causa ed effetto la sproporzione temporale è incredibile. Davvero un topolino può partorire una montagna.
    Volevo dirti che non interpreti mai male. Le cose che scrivo qui non hanno un senso univoco. Sono parole in prestito... ;-))

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  5. Grazie di prestacele ;)
    Il tuo blog che hai messo online timidamente non diffusando il suo indirizzo a parte li', meriterebbe di essere letto da persone che hanno dell'oro in mano quanto a te, dei giocolieri della vostra stupenda lingua come te. Almeno loro riuscirebbero a convincerti che dovresti prevedere di pubblicare un giorno. Hai un dono
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    Abbandonare un figlio, quella scelta li' deve essere atroce da prendere. E' impossibile avere una vita serena poi. Una volta buttavo la pietra nel senso che criticavo quelle donne Poi ho provato a capire.
    Io guardo respirare mio figlio e sono triste per le donne che non riescono ad avere quel legame forte, per tanti motivi probabilmente terribili

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  6. Grazie Cik. Questo luogo è un rifugio per me. Acqua che scorre via dalle mie giornate frenetiche. Amo scrivere, non so altro... Scrivo da sempre. Da quando sono nata. A volte scrivo pure nell'immaginazione... Sono una grafomane. ;-))
    Mi piace molto anche leggere. Raccogliere le parole degli altri. Ho la sportina al braccio, sai?
    Un bacio

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  7. E' una fortuna di sapere scrivere cosi' (le fate si sono inchinate sulla tua culla quando sei nata ;)
    Sportina? Cos'è?
    Bonne soirée... Bisous!

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  8. ps: io dico grazie a te perché mi fai scoprire tante cose della vostra cultura e della lingua italiana

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  9. Le fate? Che carina questa espressione!! Grazie! La sporta è una borsa per la spesa, in genere in vimini ma anche di stoffa... Sportina è il diminutivo (piccola sporta).

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  10. Mel..la foto ha un impatto incredibile!
    E pensare che da ragazza ho fatto anche gare di tiro con pistola e carabina ad aria compressa, uno dei tanti 'regalini' di quello strano soggetto che era mio padre...Decisi di smettere perchè provavo fastidio alle orecchie, da sempre ho un udito troppo sensibile, e nonostante le cuffie era un martirio...
    Purtroppo devo dire che il video è carino per la sua demenzialità, ma da cultrice di musica, la canzone proprio non si può sentire!
    Cktc...il tuo modo di lodare la perizia con cui scrive Mel è invece tutto francese, la delicatezza di ''le fate si sono inchinate sulla tua culla quando sei nata'' è IL francese...spesso ti complimenti per la nostra lingua...ma a ben guardare pure nella tua ci sono tante belle espressioni, ed è un privilegio poter fare di questi scambi tra queste pagine.
    Ma torno alle parole in prestito...
    L'attimo, il momento, sono sovrapponibili la recisione del cordone ombelicale col concepimento, una frazione di secondo per scollegare la vita, la stessa che è occorsa per consentirla...quanto alla scelta dolorosa e sofferta dell'abbandono o del rifiuto, quando mio marito lavorava in reparto (di pediatria), è capitato che arrivassero madri decise alla rinuncia del loro ruolo, e la cosa più dolorosa era la colpevolizzazione che subivano da parte di assistenti sociali e psicologi, che dovrebbero essere personale qualificato, anzi iper/, /issimo...Ne uscivano 'distrutte' oltre ogni modo...
    E' una tortura che non ho mai sopportato, per tutta la durata della gravidanza avevano avuto modo di prendere coscienza della loro decisione estrema, eppure, proprio nel momento di maggiore debolezza venivano 'violentate' nuovamente...tanto da arrivare a dire che se lo avessero saputo...avrebbero preferito abbandonarlo, come si faceva secoli fa con la ruota nei conventi.
    Io credo che, prima di giudicare, bisogna sforzarsi di capire...e quel personale 'qualificato' non lo faceva, agiva solo in nome di un credo religioso o della comune morale!
    Scusate, questo non è il luogo per certi discorsi...troppa serietà e dolore, invece un attimo può regalare anche gioie...e voi, che allevate i vostri cuccioli lo sapete bene.

    Uno degli attimi più belli della mia vita è stato quando ho incrociato lo sguardo della gatta che sarebbe poi diventata la 'nostra' gatta di casa...la sua adozione mi ha davvero cambiato la vita...mi ha reso una persona migliore, sì, lo so che sembra ridicolo e impossibile, eppure è davvero così, e non perchè ho surrogato una maternità mancata con un pelosino. Quando è entrata in casa nostra ho deciso che sarebbe comunque rimasto sempre un animale, è stata lei a scardinare questa convinzione, lei mi salutava e io ho imparato a risponderle, lei mi coccolava e io ho imparato a coccolare lei, lei è diventata madre, e io con lei. L'unica cosa che non abbiamo condiviso è la morte, lei mi è stata portata via dalla malvagità di un vicino, e se per una lunga frazione di secondo ho pensato di seguirla, sempre lei mi ha costretto a continuare, dovevo occuparmi di me stessa, di mio marito e di uno dei suoi figli...
    Riuscire a uscire dallo stato di depressione e privazione è stato un percorso molto molto doloroso, eppure necessario, sono ricorsa a un sacco di espedienti...ce l'ho fatta con lo yoga, la meditazione, il reiki e con la cucina...
    Ora sono una persona realizzata veramente, e non passa giorno senza che un pensiero vada a lei, che riposa sotto l'erbario di aromatiche del mio giardino...
    Guardate dove mi ha portato l'incrociare uno sguardo felino.
    Stamattina te l'ho riempita tutta la sportina Mel...:))
    anch'io sono una grafomane...non come te però...magari!!
    Un abbraccio a voi, e buona giornata! :-*

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  11. La mia sportina è bella gonfia, ma non ancora piena. Non si riempie mai... E' avida. Quante immagini nelle tue parole. Ti sei immersa. E' vero quanto dici. Anche io ritengo che questi scambi siano un privilegio. Avvengono in un terreno franco, libero.
    Chiudere la lampo di una valigia, mettere una firma su un foglio con troppe parole e lasciare un figlio. Non riesco a immaginarlo. Eppure accade. E' sempre accaduto. E' accaduto anche a mia nonna paterna. Lei e suo fratello sono cresciuti in un orfanotrofio. La madre si è fatta viva qualche anno dopo. Erano già grandi. Non ha mai voluto rivelare il nome del padre. Uno scandalo enorme, visto e considerato che parliamo dei prini anni del Novecento.
    La storia della tua gattina mi commuove...
    Oggi mi avete graffiata in tanti...

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  12. Mia sorella maggiore (ha 10 anni più di me) è stata lasciata da sua mamma all'età di 6 mesi. Abbiamo lo stesso padre. Mia mamma è diventata sua mamma all'età di 5 anni.
    Questa mia sorella ha una ferita inguaribile nonostante le premure di tutta la famiglia. La vedo debole da quando sono piccola. Non sapremo mai cosa è passata per la testa di sua mamma quel giorno della decisione, probabilmente maturata. Abbiamo provato anni fa a ritrovare sua mamma, ma invano. Vedo da piccola i danni di una tale decisione. Jo forse i psicologi e altri assistenti sociali hanno comunque ragione di chiedere un'ultima volta, non si sa mai (si sente a volte delle donne che dicono che hanno cambiato idea all'ultimo momento e che non lo hanno mai rimpianto). Certo se colpevolizzano la donna che lo fa, sono solo degli scemi e dovrebbero cambiare mestiere.
    --
    Jo, è molto bella la storia della tua gatta.

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