sabato 15 maggio 2010

SAVOIA!

Di tutti i momenti della guerra, quello precedente l’assalto era il più terribile. L’assalto!
Dove si andava? Si abbandonavano i ripari e si usciva.
Dove? Le mitragliatrici, tutte, sdraiate sul ventre imbottito di cartucce, ci aspettavano. Chi non ha conosciuto quegli istanti, non ha conosciuto la guerra.
Le parole del capitano caddero come un colpo di scure. La compagnia era in piedi, ma io non la vedevo tutta, talmente era addossata ai parapetti della trincea.
La 10° stava di fronte, lungo la trincea, e ne distinguevo tutti i soldati.
Due soldati si mossero ed io li vidi, uno a fianco dell’altro, aggiustarsi il fucile sotto il mento. Uno si curvò, fece partire il colpo e s’accovacciò su se stesso. L’altro l’imitò e stramazzò accanto al primo.
Era codardia, coraggio, pazzia? Il primo era un veterano del Carso.
— Savoia! — gridò il capitano Bravini.
— Savoia! — ripeterono i reparti.
E fu un grido urlato come un lamento ed un'invocazione disperata.
La 9°, tenente Avellini in testa, superò la breccia e si slanciò all’assalto.
(Emilio Lussu, "Un anno sull'altopiano", Einaudi)

http://www.youtube.com/watch?v=k1-TrAvp_xs&feature=related

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