sabato 12 dicembre 2009

PRESEPE

Sul pendio c'è vento. Insidia. Sibila. E voi siete poco più in là.
Quel sibilo ferisce le orecchie e troppo orizzonte negli occhi stordisce. Un passo indietro, in mezzo a tanto cielo, non lo percepisce nessuno. Un passo indietro a sentirsi amovibile. Personaggio di presepe su uno scosceso pendio.
Solo la voce può raggiungere gli altri, ma ora è spenta nella gola ed il vento continua a minacciare.
Sono secondi, alcuni e poi molti, mi cristallizzano nello scenario. Raggelo pensando all'amovibilità ed al continuo fluire del tutto. Non posso che arrendermi al presepe ed al cielo, che è tanto, tantissimo, troppo per me.
Ma qualcuno si volta e mi avvista. Arriva una voce, rapida come una lancia che reca una fune. Ed io l'afferro. Potere d'istinto.
Rispondo.
Tutto ricomincia.

http://www.youtube.com/watch?v=lMiskxwcgkw

5 commenti:

  1. Scusa Mel se fraintendo (ho aspettato qualche commento per capire meglio), ci stai raccontando un sogno che hai fatto?
    So che chiedendo, disturbo l'armonia di quel tuo bellissimo testo, ma mi piace capire.
    --
    Molto bello il piano sul brano degli Negramaro!

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  2. Non disturbi affatto...
    Un sogno... mmmm... potrebbe anche esserlo. Ma no, in realtà è la descrizione di una sensazione e di una specie di "fantasia". La sensazione (biografica in questo caso, ma credo anche universale) è quella dello "straniamento". Il sentirsi "estranei" rispetto ad una situazione nella quale, fino a pochi attimi prima, eravamo immersi. Non perché non ci sentiamo legati alle persone che osserviamo da lontano... La base del pensiero è la precarietà di ciò che viviamo. Ci troviamo dentro al nostro piccolo "presepe" ed, un attimo dopo, un vento dispettoso ci può spazzare via, come la statuina di un pastorello. Lo "straniamento" ti fa allontanare e ti pone la domanda: e se io non ci fossi? Forse lo troverai inquietante, ma non lo è poi così tanto. E' la proiezione di un diverso punto di vista. L'esterno della vita che vivi. Il presepe visto da fuori.
    Dura pochi attimi, perché poi arriva la "fune" che rappresenta il legame con la vita. L'attaccamento alla vita ed a quelle persone che sono poco distanti. E l'afferri...

    Adoro questa versione di blucobalto.

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  3. Metafora stupenda Mel! Sono molto belle le tue riflessioni introspettive. Quell'attimino in cui "sganciamo" con la mente ne parli spesso nei tuoi testi e ne parli sempre con delle parole stupende.
    Sei molto brava, sono banale a fare il papagallo a ripeterlo sempre ma non puoi immaginare quanto i tuoi testi mi colpiscono. Io non sarei capace di restituire con le parole quelle sensazioni, quelle emozioni, quel vissuto dentro...
    Ti meriti di essere letta da tante persone!
    --
    Esiste un'altra versione della canzone?

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  4. Grazie Cik, sei molto cara. Un'iniezione alla mia autostima! ;-D
    Sono stata sempre una bambina un po' con la testa sulla nuvole ed anche oggi in me resta traccia di quella bambina... Sono quella che appende il cappotto e le cade, che inciampa nella buca della strada, che esce e dimentica le chiavi di macchina a casa e deve tornare su... La distrazione viene dal mio sganciarmi dalla realtà. La mente parte e le parole la assecondano. In rete ho trovato questo cassetto per buttarcele dentro e farle leggere a chi ne avesse voglia.
    Della canzone esiste la versione "classica".
    Dovrebbe essere questa http://www.youtube.com/watch?v=Ug8NL6lpHaw.

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  5. Le tue parole assecondano maestosamente la tua mente. E' un dono!
    A casa ho 3 sognatori come te. E mi stanno "contaminando" (dico positivamente), mi basta poco ormai per sganciarmi pure io spesso della "realtà" :)
    Grazie per il link Mel!
    Bonne soirée

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