sabato 5 dicembre 2009

IL TRENO DELLE 8

"Era quel viaggio (dei pendolari), in carrozze in cui viveva la sperimentazione dell'amicizia d'amore, una sosta nel flusso del tempo corrente, sempre più corrosivo dei corpi e delle anime, un ritorno a memorie sensazioni pensieri sguardi volti perduti nell'affanno quotidiano, in cui era perduta ogni armonia nelle relazioni tra le persone e negli effetti che sulle persone producevano gli eventi naturali e storici. La sperimentazione riusciva ad ogni viaggio e ognuno si convinceva ed imparava che la solitudine si può sconfiggere, che la paura del dire di sè ad un altro era annullata, che l'ascolto dell'altro era un pegno ed un impegno".
(da "La vicevita. Treni e viaggi in treno" di Valerio Magrelli, 2009)

14 commenti:

  1. Il verde è il mio colore. E' il colore della speranza si dice.
    Hopper è un mio artista adorato (anche se da quando so che picchiava la moglie sono un po' "desorientata").
    Ho sempre amato i miei viaggi in treno (in Italia sopratutto) e le persone che ci incrociavo. Il caso era sempre carino con me, ho sempre incrociate delle persone favolose che mi facevano ridere tanto. Forse è da allora che faccio caso alla "sincronicità" delle cose.
    Quella sincronicità che ho ritrovato in qualche amicizia chattiva quando mio padre era malato (la chat mi permetteva di sfuggire dalla solitudine mentale nella quale mi faceva tuffare quella brutta malattia).
    Molto bello il testo della canzone di I. Fossati! Ho cercato le parole per leggerle mentre lo sentivo cantare.
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    Il tuo blog è una meraviglia! Ci fai conoscere (a me scoprire) dei testi stupendi. Provero' a leggere il libro.

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  2. Buongiorno Cik! Il verde è il colore della libertà e degli spazi sconfinati attraversati dalle ferrovie. Questo post è un piccolo omaggio alla "sincronicità" (ora ti cito, vedi). Ho trovato io le parole ed anche l'immagine, ma il pensiero l'ho preso in prestito...Qualcuno mi ha parlato di treni che partono ed arrivano. Ed è stata anche una coincidenza, perché in questi ultimi giorni ho parlato spesso di treni... Anche a scuola.
    Dei miei viaggi in treno ne ricordo uno, in particolare. Tornavo a Roma ed una mia amica mi aveva regalato un libro con le sue sottolineature: Sandor Marai, "Le braci". Forse lo conosci...
    Abbiamo già parlato della fuga qui, nello spazio luminescente del video. Anche io, ogni tanto, scappo... Per schivare qualche brutto pensiero.
    Ai "Treni a vapore" sono legati molti ricordi. Sono contenta che ti sia piaciuta.
    Quest'ultimo libro di Magrelli non l'ho ancora letta, la citazione mi è stata "regalata" da un'amica. Però conosco parecchie sue poesie ed opere come "Nel condominio di carne" e "Disturbi del sistema binario" che trovo notevoli. E poi lui è "romano" proprio come me. ;-D

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  3. E' vero che fa bene scappare (a me succede spesso di scappare con la mente, il treno non lo prendo quasi mai più da qualche anno ma vado di stazione in stazione in pensiero ;)
    Provero' a trovare l'ultimo libro dell'autore romano appena possibile.
    Buon 8 dicembre Mel a te e ai gremlins

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  4. Che ricchezza i viaggi in treno ma anche quelli in metropolitana se uno sa cogliere il meglio dalla quotidianità.
    Ricordo ogni viaggio della mia vita come se fosse uno unico, in un unico grande vagone.
    Ricordo le parole scambiate con i passeggeri, campionario umano in viaggio.
    Parole di circostanza, parole di convenienza, parole di amicizia, di aiuto ,di richiesta e di scambio.
    Una volta senza chiederlo ricevetti un consiglio e ancora adesso a distanza di tanti anni cerco di metterlo in pratica ogni giorno.
    :)

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  5. Con mia mamma quando ero piccola si andava spesso dai nonni con il treno (non guida mia mamma) mentre mio papà lavorava durante certe vacanze. E adoravo quei viaggi li'. Penso che la mia passione per il treno viene dalla mia infanzia. E adoravo in quelli treni li' la frase in italiano "E' pericoloso sporgersi" (una frase banale mi direte, ma che affeziono perché mi "connette" a quei treni li' ;)
    Dovrei fare viaggiare più spesso mio figlio con il treno, anche per dei piccoli percorsi. L'infanzia determina tante cose del mondo adulto

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  6. I miei figli sono affascinati dai treni. Per loro anche un breve percorso in metropolitana è un "viaggio in treno". Si siedono vicino ai finestrini e iniziano a fare una montagna di domande.
    Credo che il viaggio sia una dimensione esistenziale. Una specie di predisposizione genetica. Quando ero una bambina giocavo con l'atlante e costruivo itinerari immaginari. Ero una bambina molto sola, perché i miei fratelli erano molto più grandi di me e in questo modo trascorrevo il tempo.
    Ogni tanto ci ripenso e sorrido.
    E' vera che l'infanzia ci forgia. Sembra quasi un cofanetto che resta al nucleo di noi. Pieno di ricordi. Di ombre e di echi. Di cose che ricordiamo solo in parte e che, eppure, ci fanno male e bene.

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  7. Anche mio figlio è affascinato sin da piccolo sia dalla metropolitana che dal tram. Se vedeste il suo viso quando ci siamo, lo mangerei! Ma per me comunque sono diversi dal treno nel quale vedi tanti paesaggi diversi.
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    Da quando hanno messo sottoterraneno il treno tra Vintimiglia e Sanremo (una cosa probabilmente piacevole comunque per quelli che abitavano accanto alle ferrovie), in quel percorso ormai sotto le gallerie mi mancano i ricordi da bambina (me ne ricordo di prima e mi manca di vedere lo stesso paesaggio).
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    E l'odore, avete in mente l'odore che c'è nel treno quando si passano le gallerie? Insieme al suono tan tan tan tan delle ruote sui binari
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    E' molto bello quello che scrivi sull'infanzia. Mel, lo so farnetico, ma hai dell'oro in mano!!!

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  8. Buonasera,
    finalmente trovo del tempo per entrare in questo bel posticino...
    e mi sembra di sentire quell'odore tipico, di gomma, grasso, fumo e afrori umani che si coglie nelle stazioni, quelle molto frequentate la mattina dai pendolari, accalcati prima nei vagoni e poi sulle rampe delle scale in uscita dai binari...
    Non ho molto viaggiato in treno, la mia prima volta avevo 6 anni e partivo per la riviera adriatica, una tradotta piena di bambini, meta le colonie estive del litorale da Rimini ad Ancona. Molti piangevano, già colmi di nostalgia per i genitori rimasti in città, io curiosa di questo mezzo sferragliante guardavo i campi scorrere via, i pali della luce, infine il mare, che conoscevo così bene, ma che era più vicino che durante i viaggi in auto.....mi facevo forza per non piangere, tentando di consolare gli altri, e iniziando a fare amicizia.
    Ora sporadicamente uso i treni dei pendolari, e mi dico spesso che sono stata fortunata a crescere in città, mi sono state risparmiate molte ore di vita buttate in quei trasbordi, ma forse ho perso l'opportunità di scambi umani, che i treni metropolitani non consentono. Proprio l'altro ieri sulla linea 2 a Milano, avevo seduto di fronte un manager francese sulla cinquantina, che parlava di lavoro con un giovane uomo italiano...il tragitto era lungo e così mi sono persa nelle loro chiacchiere, vagliavano dei progetti di infissi per una palazzina in costruzione, e sono rimasta ammirata dall'eleganza e dalla politesse di monsieur, tanto che scendendo, volevo quasi quasi dirglielo, mi sarebbe piaciuto avere il coraggio di complimentarmi con lui per il suo charme.....era davvero un bel signore, con quella classe che sanno avere a volte certi uomini francesi....
    ma poi ...(meglio che sia stata zitta!)
    Cercherò il libro di Magrelli, di suo ho forse letto qualche articolo sulla stampa, e quanto a Hopper, lo adoro, c'è in corso una mostra su di lui a Palazzo Reale..ma a quanto ho capito è tutta la collezione del Whitney Museum di N.Y.C. che abbiamo già visto lo scorso Natale.
    Pertanto, visto che ci piace...vi regalo questo:
    http://www.youtube.com/watch?v=1hUKwBeJe78
    Buona serata signore! :)

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  9. Jo-jo che bella sorpresa! I tuoi racconti mi hanno ricordato altre cose. La memoria funziona come un domino. Tiri giù una tessera e partono le altre. Non le puoi fermare.
    La colonia è un'esperienza che mi manca e che mi sarebbe piaciuto fare, ma i miei sono stati sempre molto apprensivi...
    Chissà, chissà avrebbe pensato il bel francese. E' vero che gli uomini francesi hanno uno charme molto particolare. Una volta, ero in vacanza ad Ischia e il direttore dell'albergo era appunto un uomo attempato, francese. Devo dire che restavo incantata ad osservare la sua gestualità ed anche il modo in cui si rivolgeva alle signore. Questo è il fascino.
    Certe volte mi chiedo se conti di più il fascino o la bellezza. Cos'è che più ci attrae nelle persone ed anche nelle storie, nelle cose?
    Meraviglioso il filmato su Hopper ed anche la musica. L'ho molto apprezzato.
    Grazie, carissima.

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  10. Mel, il fascino è molto più importante perché rende belle delle persone che il fisico a priori fa giudicare brutte.
    Jo, tu sei stregata dai francesi come io sono stregata dagli italiani ;) Avresti dovuto parlare a quel signore se ne avevi voglia. Mi sono trovata spesso all'estero con i miei connazionali e sono stata meno fortunata di voi :) lol
    Molto carino il racconto di quel viaggietto nel contesto della colonia!
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    La gente nei treni comunica un po' meno di prima perché usa troppo il telefonino (anche se vietato in certi treni)

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  11. Cik...sai cosa mi ha frenato dal dire a Monsieur che aveva charme..?
    tutta la gente intorno, che mi avrebbe presa per folle! ma se solo fosse sceso alla stessa fermata, glielo avrei detto, magari sulle scale mobili!
    Charme o bellezza? certamente charme, senza fascino anche una persona bellissima è nulla! Il fascino è qualcosa di innato, non costruito, o ce l'hai o non c'è. Difficile se non impossibile costruirselo, sarebbe innaturale, si capirebbe l'artificio, e si distruggerebbe la poesia.

    Mel, l'esperienza della colonia è molto formativa, a me ha consentito di slegarmi dalla famiglia,dove avevo un padre padrone, in quei 20 giorni ero sola con me stessa, eppure rimpiangevo le vacanze al mare con papà perchè con lui non avevo orari e limiti ai bagni, invece lì ci toccava fare il bagno entro delle corde con l'acqua che arrivava a malapena al petto, usavamo tutti dei costumi di lana che pungevano da morire e ci facevano buttare bagnati sulla sabbia...
    e per merenda una fetta di pane e marmellata, che barattavo, cedendola volentieri ai golosi, in cambio di formaggio e prosciutto a cena!
    Ma come vedete si sopravvive, oggi le colonie sono quasi sparite, al massimo sono diurne, e poi tutti si portano dietro Nintendo DS e cellulari...impensabile! nemmeno 8 ore lontani da casa e comunque sempre raggiungibili, ragazzini e genitori.

    E sui treni, se non hai voglia di parlare, basta che ti metti le cuffie dell'iPod....isolamento perfetto!

    Mel, i tuoi topic sono molto interessanti, ma anche difficili...devo ponderarli bene! non sono più tanto abituata ad essere così riflessiva, ma mi impegnerò! ;)

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  12. La colonia... Il tuo racconto di pane e marmellata, in effetti, oggi sembra davvero lontano. Quando organizziamo delle uscite di qualche giorno con i ragazzi i cellulari ed i videogames divetano un problema.
    A scuola sono proibiti. Ma durante la gita la questione è più problematica... I genitori chiedono di chiamarli e manifestano mille forme d'ansia. Non che poi il chiamarli equivalga ad una "vera" forma di attenzione. Ma questo è un altro discorso...
    L'isolamento non esiste. Non si è mai soli, ma restiamo comunque incapaci di comunicare.
    La comunicazione rimane un grosso problema. Un quesito irrisolto.
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    Charme... Talento e predisposizione genetica. Quindi chi non ce l'ha non ha scampo... :-)
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    Sono un po' accartocciata su me stessa :-D
    Baci e buona domenica.

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  13. Accartocciata su te stessa? E' una metafora Mel? Se si, non la capisco, sigh
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    Io ero molto timida e non mi crederete ma imparare l'italiano (e forse anche l'invecchiare) mi ha permesso di superarla.
    In Francia non mi verrebbe di parlare cosi' facilmente, in Italia, da sempre, parlo con tutti ;) L'italiano mi "desinibisce" (sperando che ho usato la parola giusta, come sapete sono la regina del fraintendimento appunto in italiano ;)

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  14. Sì, è una metafora... Accartocciata nel senso che sono un po' complicata... Mi auto-complico!;-D
    Sai che anch'io sono timida? Con le lingue sono un disastro, perché sono appunto inibita... Disinibisce è proprio la parola giusta. Bravissima!

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