lunedì 15 marzo 2010

INVISIBILE

Hai creduto che potesse essere solo un disperato pianto. Lancinante come un grido, qualcuno ha detto.
Folle e inconsolabile. Così hai immaginato il dolore.
Con una lama conficcata la carne soffre e muore.
Sapevi questo. Tu ne eri certo.
E invece invisibile è il dolore. E oggi lo impari.
Lo impari oggi perché sei stato distratto.
Perché il dolore ti sfilava dinanzi gli occhi e tu non l'hai saputo vedere.
Perché invisibile e muto, a volte, è il dolore.
Sorride e prega di non essere riconosciuto.
Sorride e muore.
Ma per morire impiega anche tutto il tempo di una vita. Il tempo di una vita invisibile.
Invisibile come il dolore.

http://www.youtube.com/watch?v=Q7sIzWKHGwQ

8 commenti:

  1. Beati quelli che hanno il dolore invisibile Mel. Il mio che sia psicologico o fisico si vede subito anche quando provo a nasconderlo di tutte le mie forze.
    Molto bello il tuo testo!
    E non so di chi è l'uomo invisibile li' in alto (sembra un Magritte o è un occhiolino al pittore), ma è troppo bello. Quasi me lo stampo e me lo incornicio.

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  2. Il post nasce da un episodio che mi ha colpita e stupita la scorsa settimana. Il dolore invisibile è il dolore mascherato. Quello indossato col preciso intento che gli altri non ne sappiano nulla... Lo indossano anche i bambini alle volte. E' il dolore che non vuole essere consolato perché si è già rassegnato sulla pelle di chi lo indossa... La nostra colpa è l'eccesso di distrazione. Perché c'è sempre un particolare che dovrebbe tradire la sofferenza. Ma noi, presi dalla vita, non lo cogliamo...
    L'immagine sembra di Magritte, è vero. E' uno dei miei incontri casuali su google... posto che frequento in doppio binario con YT.
    ;-))

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  3. Non so perché, probabilmente per via appunto dell'immagine, pensavo parlassi del dolore di noi adulti. Certo che certi bambini non si possono permettere di parlare del loro dolore. E poi ci sono i "maghi" come te e come mia sorella psicologa, siete molto intuitive con quelle cose. Riuscite meno male certe volte a leggerlo quel dolore anche se nascosto.
    --
    Avevo scritto un messaggio, pofff è sparito, ho dovuto riscriverlo, va bene ;) La solita pasticciona!

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  4. Mi riferivo a bambini ma anche ad adulti... alla dissimulazione del dolore... Invisibile solo fuori... Dentro urla. ;-)

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  5. Eccome se urla dentro, ti assorda e ti rende sordo alle voci di fuori...
    è uno scambio di incomprensioni a volte, chi prova dolore 'sente' le urla di dentro e non vuole ascoltare le parole di fuori, chi parla di fuori 'non sente' le urla di dentro....

    ...E' il dolore che non vuole essere consolato perché si è già rassegnato sulla pelle di chi lo indossa... La nostra colpa è l'eccesso di distrazione....

    non solo Mel, a volte quel dolore rinsecchito sulla pelle è una crosta che se provi a grattarla via sanguina, perchè non è trascorso abbastanza tempo e la ferita non è rimarginata bene..... e poi mostrare il dolore, la sofferenza di dentro, fa vergognare a volte, non è solo eccesso di distrazione in chi guarda da fuori, ma paura che chi lo veda non possa capirne l'importanza e la grandezza, paura di sentirsi giudicati, di mostrare una ulteriore
    debolezza, dolore che si aggiunge a dolore. Eppure il dolore è tutte queste cose insieme, folle, lancinante, invisibile, indicibile.
    E' come essere in quei tunnel dei trafori, leggermente in salita, ma non vedi nessun cartello che ti segnali un uscita di sicurezza a tot metri...eppure speri che ci sia...e continui a percorrerlo non puoi fare altro, non puoi fermarti, ti manca l'ossigeno, sai che soffocherai ammorbato dai gas se ti fermi, perciò vai avanti, lo respiri, ti intossichi la vita...sai che una
    luce apparirà, ma non sai quando. Uscirne è come rinascere...anche se dai grandi dolori non ne esci mai completamente, basta ricominciare a percepire le voci di fuori....

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  6. ..."e poi mostrare il dolore, la sofferenza di dentro, fa vergognare a volte, non è solo eccesso di distrazione in chi guarda da fuori, ma paura che chi lo veda non possa capirne l'importanza e la grandezza, paura di sentirsi giudicati, di mostrare una ulteriore
    debolezza, dolore che si aggiunge a dolore. Eppure il dolore è tutte queste cose insieme, folle, lancinante, invisibile, indicibile".
    Proprio così.
    E dai grandi dolori non si esce mai del tutto. I grandi dolori sono il sigillo della nostra vita. Siamo noi: le cose che diciamo, le cose che amiamo, le cose che temiamo. Il dolore è un parassita che ci modifica le difese immunitarie.

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  7. ''un parassita che ci modifica le difese immunitarie.....''
    il dolore come il virus HIV.....in continua mutazione.....
    quasi senza cura! ♥

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