sabato 20 febbraio 2010

PYRO X

Accade a tavola. Durante il pranzo o durante la cena.
Il bambino è preparato, lo sa. Ha già visto. Ha già sentito.
Lui torna nervoso e butta il soprabito sopra una sedia senza salutare. Senza farci caso, senza guardare. Sbraita che la cena non è ancora pronta.
Lei sbatte le stoviglie sul piano della cucina. Tintinnano i piatti ed il rumore è la prima avvisaglia.
Il bambino a tavola gioca con le mani, se ci riesce porta un pupazzetto e lo nasconde nella manica... che la mamma dice che a tavola non si portano i giocattoli.
E' un mago e piano piano lo sfila dalla manica, se lo adagia sulle gambe. Lo guarda mentre mastica. Solo lui ed il piccolo amico. Nella testa ci parla con il pupazzetto. Si dicono le cose. Stanno facendo una storia e lui si chiama PyroX.
Vive lontano, molto lontano. Vive nello spazio delle astronavi.
Mastica, mastica la pasta è sempre lì. Mastica, mastica e non manda giù. Beve, beve, beve. Che sete, mamma! E intanto non manda giù.
La mamma non guarda. La mamma non sente. La mamma non risponde. La mamma sbatte le stoviglie.
PyroX salta sul ginocchio. Il ginocchio è piccolo e Gabriele ce l'ha più grosso. Gabriele è più alto e a scuola dà i calci forte forte. Lui lo dice alla maestra, ha deciso. E lo dice pure a PyroX. Con un po' di fortuna lo porta a scuola e la maestra non se ne accorge. Lo può nascondere nella tasca. Però PyroX non deve parlare. Deve stare zitto, altrimenti Martina fa la spia.
Le ginocchia sono magre. Mastica, mastica e le ginocchia forse diventano più grandi, le gambe diventano lunghe e possono correre. Correre via.
In un disegno le gambe erano lunghissime come i trampoli del clown. La maestra ha detto che non andava bene, che erano troppo lunghe. Ma secondo me no. Ci vogliono così per scappare.
La mamma urla. Il papà ha rovesciato il piatto. I vetri tremano come se c'è il terremoto.
PyroX adesso può salire sulla tovaglia. Mamma e papà continuano in camera da letto. Continuano e urlano forte. Mamma singhiozza e papà dice le parolacce. Papà è come Gabriele e ha i muscoli sulle gambe. I suoi calci fanno i lividi.
PyroX non deve sentire le parolacce che sennò le ripete. Forse è meglio andare sotto il tavolo con le mani sulle orecchie e gli occhi chiusi.
Tu lo sai che, se stringi gli occhi forte forte, PyroX ti porta nello spazio? Tu lo sapevi che PyroX viaggia su un'astronave rossa? Tu lo sai che quando sarò grande nello spazio io ci vado per davvero?
Appena le gambe mi diventano lunghe.
Mastica, mastica...

12 commenti:

  1. Mel non è giusto, così mi fai piangere. :(

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  2. Fai piangere pure me Mel.
    Quella fuga mentale merito PyroX è il solo modo di sopportare l'insopportabile.
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    Io come vicina ho già denunciato anni fa (l'uomo la picchiava, lei urlava e nessuno interveniva).
    Io come passante, ho già separato due uomini per strada (certo è una pazzia, ma ne sono fiera perché l'indomani l'uno dei due mi ha incontrata e mi ha ringraziata).
    Ho già rimproverato tante volte dei genitori che trattavano male i loro bambini.
    Tutti mi avvisano che è pazzia provare a fare smettere quelle cose, che non serve a niente, io penso che è una pazzia non intervenire e che non faccendo niente, la cosa non puo' cambiare. Quella vigliaccheria non la sopporto proprio. Penso che ho ereditato del coraggio di quella mia cara zia materna. E lo dico senza presunzione.
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    Hai il dono Mel di scegliere delle immagini stupende, piene di senso!

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  3. Pyro X può essere molto di più. Credo che i sogni più grandi siano nati come via di fuga. Bisogna sempre trovare il coraggio di sopportare il dolore che mai ci lascia la mano in questo cammino.
    Forse è una pazzia, Cik. Nulla cambia oppure? Anche io me lo sono chiesto più volte. Quando, per il mio lavoro, mi trovo ad intervenire nelle vite degli altri. Quando qualcuno dei ragazzi chiede aiuto, magari scrivendolo in un tema o in un biglietto.
    Però tendere la mano e sollevare val sempre la pena...
    Pyro X è la scialuppa. Per questo ho scelto il finale di Nuovo Cinema Paradiso. Questo fotogramma mi fa pensare ad un uomo che, mentre guarda la pellicola, torna ad essere ancora bambino. Non credo ci siano emozioni più grandi di quelle che prova un bambino. I bambini provano tutto. Anche l'amore, anche il dolore, anche la tristezza e la paura. I bambini trovano sempre il coraggio. Certe volte il coraggio si chiama Pyro X.

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  4. Mel...
    stavolta non cederò alla voglia di raccontarmi....
    sarebbe troppo doloroso, a tavola da bambina di PyroX ne avevo un esercito sulle ginocchia.....a scuola no, erano le ore più serene della mia giornata, tanto è vero che, in 3a elementare, quando persi quasi tre mesi per una serie di bronchiti con ricadute, ne rimasi scioccata. Mi disperavo perchè dovevo saltare la scuola, tanto che a tutt'oggi, se ho febbre 'piango', quello è il segnale, potrei fare a meno di verificare col termometro. Avevo una maestra dolce e comprensiva, catartica, benefica, le ore di scuola erano le sole ore d'aria della galera quotidiana.....
    La violenza a scuola non l'ho mai sperimentata, e mio fratello nemmeno, sebbene fosse un soggetto a rischio, sovrappeso e tontolone, oggi sarebbe un bersaglio perfetto dei bulletti, allora eravamo ancora 'buoni', i bulli erano vere rarità.
    Ma a casa la musica cambiava....la violenza psicologica e fisica che abbiamo subito, ci è rimasta dentro, per quello avevamo un intero esercito di PyroX, mio fratello aveva addirittura 'il coniglio'...e viaggiavamo sulle astronavi, lontano, il più lontano possibile!,
    nel vuoto siderale, privo di urla, cercando di schivare i meteoriti.
    Il dolore fisico passa presto, al massimo restano i segni...ma la paura e la tristezza, quelli ti covano dentro lungamente prima di avere il coraggio di buttarli giù dal ponte.....
    Fortunati i tuoi allievi......doppiamente brava tu a occuparti anche dei loro fardelli.....

    Buona giornata! :-*

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  5. Jo ti abbraccio con tanta tenerezza! Dietro a tante persone stupende noto tante volte che c'è un'infanzia dura (anche tu dovresti leggere Boris Cyrulnik, di più lo puoi leggere in francese, ti piacerà tanto e ti porterà tanto alla tua introspezione). E penso che la complicità con tuo fratello vi ha "salvati" psicologicamente. Parlarne è una cosa importante che tanti bambini non riescono a fare purtroppo, adesso da adulta riuscire a parlarne è come buttare quelle paure passate nel fiume. E' un grosso passo che fai!
    --
    Mel come sai sei indispensabile ai tuoi ragazzi! Lo so che deve essere pesante tante volte perché si è come una spugna a prendere alle spalle i problemi degli altri, ma è una cosa necessaria visto che in tanti non hanno quel coraggio.
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    Io non ho mai detto che niente cambia poi, anzi, sono del parere che fa avanzare in positivo. Ma in tante persone preferiscono abbassare lo sguardo e non dare una mano.

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  6. Jo, ho trovato questo filmino su Cyrulnik, adoro questa persona
    (cercavo una trasmissione su di lui che è passata su France 5 "Empreinte", ma non è online)
    http://www.youtube.com/watch?v=BKhgnVnL0QM

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  7. Avevo appuntato i titoli di diversi libri di Cyrulnik. Ne avevamo già parlato qualche tempo fa, ricordi?
    Li ho da parte, pronti per essere acquistati. Mi piacerebbe ascoltare l'intervista e proverò a farlo più tardi, anche se temo che non capirò granché.
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    Anche per me la scuola è sempre stata un rifugio e non è un caso se ci sono rimasta anche da adulta.
    La mia è una famiglia difficile. Quando ero bambina vivevo spesso un senso di angoscia che ero incapace a verbalizzare.
    I ragazzi a scuola parlano. Non soltanto con me... Quando si riesce ad instaurare un rapporto di fiducia, ti vengono a cercare per raccontarsi.
    Non so quanto si è riesca a fare. Ci sono stati dei casi per cui non siamo riusciti a fare nulla. Però, penso, che la scuola debba offrire loro un orizzonte, una sponda. La possibilità di tirare fuori la voglia di riscatto e di incanalarla in positivo.
    Con i miei colleghi spesso siamo in difficoltà.
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    In questo post ci sono molte cose. Ma soprattutto c'è la rossa astronave.

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  8. Cikk...ho ascoltato quel che dice Cyrulnik, volevo però tranquillizzarti...ho detto a Mel che non mi sarei nuovamente raccontata semplicemente perchè tra queste pagine non mi sento di rivangare brutte cose, che però ho superato completamente...sono solo brutti ricordi, elaborati in anni di ricerca introspettiva, la mia resilienza l'ho cercata e trovata, ho curato da tempo le ferite della mia anima. Il fatto è che già Mel ci piglia sempre, e allora non mi sembra il caso di analizzare ogni volta una parte della mia storia. Mi sembra di giocare al gioco delle figurine...ce l'ho, ce l'ho, mi manca...con la differenza che io ce le ho quasi tutte!
    Ho trovato in rete alcune traduzioni di opere di Cyrulnik, a maggio a Parigi cercherò qualche sua pubblicazione.
    'Notte mesdames!

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  9. Sono felice di sentire queste parole Jo, si sente che hai superato quel periodo triste e che ti ha resa più forte perché in te hai quella cosa che ti rende stupenda.
    E' vero che questo blog ci fa fare delle bellissime introspezioni. E' la magia di Mel questa!
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    Mel: la rossa astronave?

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  10. Il rosso è un colore che grida e che strilla la vita.
    L'astronave è la fuga creativa.
    Il sogno prende forma dal dolore. Almeno spero.

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  11. Non avevo capito la metafora perché penso invece che il sogno e la fuga mentale fanno sparire il dolore

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  12. a una certa età..nn ricordo più quando ho smesso di mangiare a tavola con i miei..mangiavo prima o dopo.La tavola era spesso campo di battaglia,e io mi difendevo in questo modo.loro nn sembravano accorgersene..forse ero diventata trasparente..sempre brava la mia cara collega..le ferite, ad un certo punto fanno quasi tenerezza...baci rita

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